La vitamina D3 è prodotta nella cute a seguito dell'esposizione alla luce del sole. Diventa molecola biologicamente attiva attraverso due processi chimici che avvengono il primo nel fegato, ed il secondo nel rene. Svolge fondamentalmente tre funzioni:
· aumenta l’assorbimento di calcio e di fosforo, ne favorisce il deposito, mantenendo le ossa forti e sane,
· inibisce il paratormone (PTH) che regola, assieme alla vitamina D3, i livelli di fissazione del calcio nelle ossa,
· regola il sistema immunitario.
La vitamina D3 è anche coinvolta nella produzione di endorfine, serotonina e dopamina, che modulano il tono dell’umore, contrastando i fenomeni depressivi.
La vitamina D3 puo' essere assunta anche da alcuni alimenti che ne contengono una piccola quantità quali: olio di fegato di merluzzo, salmone, trota, aringa, pesce spada, anguilla, sgombro, tonno, uova, latte, burro, funghi porcini e spugnoli.
Per conoscere i livelli di vitamina D3 presenti nel sangue, si dosa la concentrazione sierica del 25- idrossicalciferolo, noto anche come calcidiolo o 25-OH-D tramite prelievo ematico.
Quali sono i livelli normali di vitamina D ?
Le linee guida italiane (SIOMMMS) esprimono questi valori: nmol/l ng/ml Interpretazione <25 <10 Grave carenza 25-50 10-20 Carenza 50-75 20-30 Insufficienza 75-125 30-50 Range ideale 125-375 50-150 Possibili effetti indesiderati? >375 >150 Intossicazione Alcune curiosità inerenti alla modalita' e tipologia di somministrazione.
Metodo Coimbra:
E' noto che i pazienti con malattie autoimmuni (in particolari sclerosi multipla) non riescono ad “attivare” Vitamina D a sufficienza o presentano un problema a livello di alcuni recettori cellulari della stessa. E' come se questi pazienti sviluppassero una sorta di “resistenza” a questa molecola.
In uno studio del 2010, è stato approvato un protocollo che agisce in maniera tanto banale quanto efficace, aumentando notevolmente l’introduzione di questa vitamina in coloro che hanno sviluppato una forma di “resistenza”.
Attualmente il protocollo del Dr. Coimbra richiede dosi di vitamina D che vanno da 20.000 UI a 200.000 UI al giorno. E’ importante perciò essere seguiti da un medico competente in materia, che deve analizzare i valori sanguigni inerenti e modularne la terapia.
Metodo Apollo:
Il metodo Apollo è stato creato da un gruppo di ricercatori/clinici italiani che si occupano della diagnosi e cura di persone affette da forme miste di psoriasi, sia dermatologiche che artritiche quindi autoimmuni.
Di norma la sintomatologia classica prevede dolore alle articolazioni, dita a salsicciotto, gonfiori articolari, e le zone particolarmente colpite sono spalle, caviglie e ginocchia.
E’ stato dimostrato che le persone che presentano un quadro di artrite psoriasica, hanno un valore di PTH sempre molto elevato rispetto al valore di vitamina D3. Un paratormone alto anche in presenza di un buon valore di vitamina D3, indica che qualcosa nel meccanismo di azione della vitamina D3 non funziona correttamente. Questi fenomeni vanno sotto il nome generico di “resistenza alla vitamina D”.
L'azione combinata dell’utilizzo della luce, di integratori mirati e di una dieta studiata priva di glutine, latticini e legumi, è in grado di abbassare l’infiammazione e di portare la vitamina D3 ad un adeguato funzionamento.
Il Metodo Apollo prevede l'integrazione della Vitamina D3, con la vitamina K2 (un promotore della calcificazione ossea), gli Omega 3, il magnesio e il glutatione.
Assumere Vitamina D3 significa attuare una "FARMACO TERAPIA" che a mio parere va cucita addosso al paziente come un abito sartoriale e proprio per questo deve sempre essere fatta sotto stretto controllo medico.
In sostanza non è possibile parlare di protocolli di assunzione uguali per tutti.
Dott.ssa Francesca Brunello
Microbiologa - Nutrizionista
Bibliografia :
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